03/09/2002

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Con tre dotti articoli, pubblicati su Il Giornale (il 28, 29 e 30 agosto 2002), Franco Battaglia, “Coordinatore Comitato scientifico – Agenzia nazionale protezione ambiente (Anpa)”, ci spiega (come recitano quasi alla lettera i tre titoli) il perché non si devono “demonizzare le piante geneticamente modificate”, il perché “le piante modificate non mettono a rischio l’ambiente” e il perché “le piante modificate sono più sicure”.
Ebbene, come Peppino De Filippo ha scritto, sul tema della superstizione, una commedia dal titolo: “Non è vero, ma ci credo”, così potrebbe scriversene una, su quello degli organismi geneticamente modificati, e intitolarla: “E’ vero, ma non ci credo”.
Scherzi a parte, non si è ancora capito, evidentemente, che il “legittimo sospetto” grava, non tanto sulle “piante modificate”, quanto piuttosto sulla mentalità “ingegneristica” di coloro che le modificano, ritenendo di poter impunemente cambiare loro qualche “pezzo” (qualche gene) così come si usa fare con le macchine.
In ogni caso, speriamo che, come va lasciata a Battaglia, e a tutti quelli che la pensano come lui, la libertà di abbuffarsi di sicure piante modificate, venga lasciata anche a noi, increduli e ignoranti, quella di continuare a cibarci di pericolose piante naturali.

Di Lucio Russo
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