13/04/2004

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Stando al “Rapporto 2003 sull’omeopatia”, redatto da Omeoindustria, ricorrono abitualmente alle cure omeopatiche circa 70 milioni di europei e circa 7 milioni e mezzo di italiani: “2 milioni e mezzo in più rispetto al 2000, un numero quintuplicato nel giro di un decennio” (Corriere Salute, 11 aprile 2004).
Questi dati confermano (come abbiamo sostenuto nella “noterella” del 19 marzo 2004) che la gente sa distinguere – contrariamente a quanto pensano alcuni membri della cosiddetta “comunità scientifica” e i loro portavoce dei media – chi vorrebbe far credere – per riprendere una fine osservazione di Giuseppe Remuzzi (vedi “Corrispondenza” con il Corriere della Sera, 19 giugno 2002) – che gli “asini volano” da chi vorrebbe invece far credere – come gli avversari dell’omeopatia – che gli asini non ragliano o che gli uccelli non volano: da chi insomma spera, con i dogmi, i pregiudizi e le prediche, di “poter avere la meglio sui fatti”: su quei fatti che sono – come dice Bulgakov ne Il Maestro e Margherita – “la cosa più ostinata del mondo”.

Di Lucio Russo
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