09/06/2005

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Oriana Fallaci, in un lungo articolo pubblicato dal Corriere della Sera (3 giugno 2005), si scaglia con la sua solita “rabbia” contro tutti coloro che sostengono, in un modo o nell’altro, l’opportunità e la legittimità della manipolazione o soppressione degli embrioni umani.
Abbiamo espresso a suo tempo delle riserve riguardo alle sue convinzioni (cfr. La forza della ragione, 12 aprile 2004), ma questa volta ne condividiamo in pieno lo strazio e lo sdegno morale (siamo infatti convinti – come lei – che ci “stiamo uccidendo col cancro morale, con la mancanza di moralità, con l’assenza di spiritualità”).
Qualcuno storce il naso per il modo in cui li esprime? Farà bene allora a riflettere sulle seguenti parole di Steiner: “Chi studia la vita, osserverà che l’uomo incapace di avvampare di generoso sdegno di fronte a una slealtà o ad una stoltezza, non giunge neppure a sensi di vera indulgenza e di vero amore. Contemplando la vita vedrete che, finché ha bisogno di educarsi così da ardere di collera davanti a un atto indebito o insensato, l’uomo educa in sé anche un cuore fervido di amore, capace di fare il bene per amore. “Amore” e “indulgenza” sono l’altro aspetto del nobile sdegno. La collera superata e purificata si trasforma in amore e indulgenza. Difficilmente si troverà al mondo una mano amorevole, che in qualche momento non sia stata capace anche di stringere il pugno in un impeto di magnanima collera contro un atto insensato o malvagio” (R.Steiner: Metamorfosi della vita dell’anima – Tilopa, Roma 1984, pp.20-21).
Non solo, ma farà anche bene a riflettere (insieme a coloro che ripongono grandi speranze nelle virtù terapeutiche di cellule derivate da embrioni umani non impiantati) su quanto detto alla Fallaci dal suo “oncologo americano”: “Questo sventolare lo scopo terapeutico è uno sporco imbroglio, una bugia crudele. D’accordo, noi oncologi non siamo riusciti a eliminare il cancro. Tuttavia lo curiamo. A volte lo blocchiamo. Contro le malattie che citano per giustificare la nuova Strage degli Innocenti loro non hanno scoperto nessuna cura, invece. Ma se per caso la scoprissero, se per caso una terapeutica esistesse davvero, direi ugualmente: bisogna opporsi (…) Bisogna perché iniettare in un malato le cellule staminali significa ucciderlo. Sai perché? Perché le cellule staminali degli embrioni sono tanto vigorose e potenti quanto disordinate. Non si moltiplicano dove e come vogliamo ma ovunque gli piaccia e come gli piaccia. Ergo, causano tumori. Di recente sono state iniettate nel cervello di una scimmia. Il cervello ha subito sviluppato un cancro fulminante e la scimmia è morta nel giro di poche settimane”.

Di Lucio Russo
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