12/06/2005

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Nel P.S. della nota Uomo “in potenza” e uomo “in atto” (29 maggio 2005), abbiamo affermato che non è “serio” né “logico” – come fa Giovanni Sartori – “applicare a una realtà che vive nel tempo (l’embrione) la logica (meccanica) che vale per quanto giace invece nello spazio”.
Ebbene, nella sua risposta a Oriana Fallaci (Corriere della Sera, 11 giugno 2005), Sartori (incurante del fatto che “errare è umano, ma perseverare è diabolico”) dà piena riprova (suo malgrado) della validità della nostra critica.
Scrive infatti: “In logica, che è la quintessenza della razionalità, non si può sostenere, proprio non si può, che l’embrione è un essere umano perché sarà un essere umano. In logica il principio di identità (il primo principio della logica aristotelica) è atemporale e si declina al presente: A è uguale ad A. La logica non è un futuribile, non può accettare il salto tra è ora e sarà domani. Per la logica se io mangio un uovo di struzzo non uccido uno struzzo: mangio un uovo”.

P.S.
Invitiamo comunque Sartori, e i tanti che – come lui – conoscono la logica dello spazio e della morte, ma non quella del tempo e della vita, a mangiare tutte le uova di struzzo che sono ora sulla terra e a star poi a vedere se ci saranno domani degli struzzi.

Di Lucio Russo
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