04/07/2005

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Il Corriere della Sera (23 maggio 2005), in un articolo firmato da Paola De Carolis e titolato: Danni ai topi nutriti con gli Ogm, dà notizia (riprendendola dal giornale britannico Independent on Sunday) che “i topi di laboratorio alimentati con Mon 863, un mais cui è stata aggiunta una tossina per renderlo più resistente, hanno mostrato di avere problemi fisici (“reni più piccoli del normale, anomalie del sangue che fanno pensare a un serio attacco al sistema immunitario, possibilmente a un tumore”) che secondo diversi esperti sono “estremamente preoccupanti”. “Sono risultati che sembrano indicare un grosso problema al sistema immunitario – ha detto all’Independent Malcom Hooper, docente di chimica all’università di Sunderland -. Se avessi dati come questi davanti a me concluderei che assolutamente non si può dare il nullaosta affinché questo prodotto arrivi ai consumatori”. Ugualmente allarmato Michael Antoniu, professore di genetica molecolare alla scuola di medicina del Guy’s Hospital di Londra: “Da un punto di vista medico – ha detto – questi risultati sono estremamente preoccupanti. Sono rimasto molto sorpreso dalla quantità di anomalie rilevate””.
Precisa l’Independent che si tratta di “stralci di un rapporto segreto preparato per il gruppo Monsanto”, che non solo non vuole (per motivi commerciali) “rendere pubblico” il rapporto, ma sostiene pure che simili anomalie “non hanno significato e rispecchiano le normali variazioni all’interno di un gruppo di tale entità”.
Nello stesso articolo, viene altresì ricordato che “nell’agosto del 1998, quando Arpad Pusztai, del prestigioso Rowett Research Institute di Aberdeen, in Scozia, aveva annunciato che topi nutriti con patate geneticamente modificate avevano riportato problemi al sistema immunitario e accusato un rallentamento della crescita (…) sembra che due telefonate da Downing Street siano bastate a costringere al silenzio Pusztai, nonché a rovinare la sua carriera”.
Non c’è però da allarmarsi. A suo tempo, Sergio Dompé (presidente dell’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie) ha infatti dichiarato che “non esiste per definizione” un rischio cancro negli Ogm (cfr. Il freddo, il caldo e il tiepido, 15 settembre 2003).
Che cosa volere di più?

Di Lucio Russo
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