02/12/2007

0

L’uomo – scrive Steiner – “deve trovare la energia, la forza conoscitiva interiore, per non essere sopraffatto da Arimane nella civiltà tecnica. La subnatura deve venir capita come tale. Potrà venir capita solo se l’uomo, nella conoscenza spirituale, salirà alla natura superiore extraterrena per lo meno altrettanto, quanto con la tecnica è disceso nella subnatura. La nostra epoca abbisogna di una conoscenza che vada al di sopra della natura, perché interiormente deve venire a capo di un contenuto di vita, pericoloso nella sua azione, che si è sommerso al di sotto della natura. Beninteso, questo non vuol dire che si debba ritornare a stati di civiltà precedenti, ma che l’uomo trovi la via per mettere le nuove condizioni della civiltà in un rapporto giusto con se stesso e col cosmo” (Massime antroposofiche – Antroposofica, Milano 1969, p. 224).
Cosa può dunque capitare a chi discenda con la coscienza nella subnatura, ma manchi al contempo di elevarla alla sopranatura (alla “natura superiore extraterrena”)? Di “prendere fischi per fiaschi”: ovvero, di scambiare il sub-umano per il post-umano.
Ne dà prova Alberto Abruzzese, docente di Sociologia della Comunicazione allo IULM (Istituto Universitario Lingue Moderne) di Milano.
Riferisce infatti Giovanni Sallusti (in un articolo titolato: Post Umano. L’androide è già vivo e lotta con noi) che Abruzzese, nel suo intervento al convegno sul tema: “Post-umano. Percorsi di soggettività attuali” (organizzato dallo IULM e dalla Università degli studi di Milano), dopo aver ricordato che Walter Benjamin è stato “il primo a parlare di un sex appeal dell’inorganico (vale a dire, di una “necrofilia” – nda), e a far capire quanto il corpo umano nella nostra epoca si confonda con le cose del mondo”, ha sostenuto che nel regno del post-umano (quello del web, della tv satellitare, della telefonia mobile, ecc.) “non ha più senso parlare di uomo e di soggetto”, poiché “l’umano diventa indistinguibile dal tecnologico”; in esso, infatti, “non c’è un soggetto contrapposto a un oggetto, ma una realtà fluttuante, una reciproca trasfusione fra il nostro corpo e il mondo”: ovvero, “l’uomo ibridato, disossificato” (Libero, 18 ottobre 2007).

Di Lucio Russo
Per qualsiasi informazione o commento, potete inviare una e-mail al seguente indirizzo: info@ospi.it



Nel campo sottostante è possibile inserire un nome o una parola. Cliccando sul pulsante cerca verranno visualizzati tutti gli articoli, noterelle o corrispondenze in cui quel nome o parola è presente