23/02/2009

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Tra le molte citazioni di cui è ricco il libro: L’Apocalisse della modernità. La grande guerra per l’uomo nuovo, dello storico Emilio Gentile (Mondadori, Milano 2008), ce ne sono anche un paio di Rudolf Steiner, indicato, propriamente, come un “eminente studioso di Goethe” e, impropriamente, come un filosofo che “si sentiva investito della missione di ricondurre l’uomo moderno alla spiritualità mistica attraverso la sapienza orientale e il cristianesimo, liberandolo dalla prigione del materialismo e dei dogmi cristiani” (p. 172).
Gentile utilizza tali citazioni, tratte da L’Apocalisse (Antroposofica, Milano 1963), solo per aggiungere qualche pennellata al suo fedele ritratto di una modernità che, tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, si è trovata a respirare l’atmosfera trionfante o maniacale della Belle Epoque (simboleggiata, ad esempio, dal ballo Excelsior o dalla Tour Eiffel), quella decadente o depressiva della Fin de siècle, e quella tragica, e per l’appunto “apocalittica”, della prima guerra mondiale.
Il fatto è singolare, in quanto Steiner ha trattato in modo approfondito degli eventi di quegli anni ne La caduta degli spiriti delle tenebre. I retroscena spirituali del mondo (Antroposofica, Milano 1997), e non ne L’Apocalisse.
Per quale motivo, dunque, Gentile ha ignorato il primo libro e consultato il secondo?
Non vorremmo essere maliziosi, ma ci viene il sospetto, visto il generale disinteresse degli storici per le cause spirituali degli eventi di cui si occupano, che Gentile abbia consultato L’Apocalisse di Steiner solo in ragione del suo titolo.

P.S.
A chi non ritenesse esaustiva, per la comprensione del funzionamento di un orologio, la conoscenza della sua sola parte esterna e visibile (del quadrante e delle lancette), e volesse pertanto integrarla con quella della sua parte interna e invisibile (del meccanismo), consigliamo di leggere L’Apocalisse della modernità e, subito dopo, La caduta degli spiriti delle tenebre.
Ciò potrebbe infatti servire a comprendere non solo il perché degli eventi narrati da Gentile, ma anche il metodo “sintomatologico” suggerito da Steiner per lo studio della storia.

Di Lucio Russo
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