12/10/2009

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Roberto Bertinetti ci presenta due “saggi appena tradotti in Italia” che “riaprono il dibattito sulle cause profonde delle difficoltà che Europa e America stanno affrontando all’inizio del XXI secolo” (Il Messaggero, 25 settembre 2009).
Il primo, del gesuita John Carrol (“sociologo di fama internazionale”), s’intitola: Il crollo della cultura occidentale (Fazi); il secondo, del cattolico libanese Amin Maalouf, s’intitola: Un mondo senza regole (Bompiani).
Dobbiamo ringraziare Bertinetti perché, presentandoceli, ci ha evitato di perdere il nostro tempo a leggerli.
I due autori, infatti, duelleranno pure “a distanza – come dice Bertinetti -, offrendo spiegazioni opposte sulla genesi della crisi e proponendo ricette alternative per uscire dal labirinto”, ma sono accomunati dall’illusione di poter far regredire il cammino della storia (e non quindi dalla volontà di far progredire il cammino del pensiero e della coscienza).
L’umanesimo – afferma ad esempio Carrol – non solo ha trascurato il trascendente, ma “ha cercato di rivoltare il galeone colmo di tesori della cultura occidentale. Ha tentato di sostituire a Dio l’uomo, di mettere l’umanità al centro dell’universo e dunque di deificarla”.
Non ha dunque realizzato che è stato il Figlio di Dio, e non l’uomo, a “sostituirsi” al Padre e a “farsi carne”, mettendo così “l’umanità al centro dell’universo” e “deificandola” (diceva Ireneo di Lione: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo si faccia Dio”; e in Giovanni si legge che Gesù, ai Giudei che gli dicevano: “Non ti lapidiamo per nessuna opera buona, ma per una bestemmia, e perché tu che sei uomo, ti fai Dio”, rispose: “Non è scritto nella vostra Legge: Io dissi: Voi siete dèi?” – Gv 10, 33/34).
Fatto sta che a tutti quelli che rimpiangono, al pari di Carrol, il Medioevo e vedono nell’avvento della “modernità” la causa di tutti i mali (cfr. L’esse e il cogito, 20 marzo 2005), si dovrebbe spiegare che è piuttosto il perdurare di una concezione astratta e anacronistica del Cristianesimo a impedire all’uomo moderno (all’uomo dell’Io) di superare il proprio male, riconoscendo il Cristo e riconoscendosi in Lui.
Se Carrol vorrebbe tornare al Medioevo (all’anima razionale-affettiva), Maalouf non rinnega invece la modernità, ma vorrebbe tornare all’umanesimo e al secolo dei lumi. Scrive infatti Bertinetti: “La crisi per Maalouf scaturisce dal tradimento delle idee dell’umanesimo e dell’illuminismo da parte dell’Occidente e soltanto dal ritorno a quei principi può venire la risposta ai drammatici problemi con i quali stiamo facendo i conti e l’avvio di un dialogo con l’Islam”.
Come si vede, tanto l’uno che l’altro non hanno occhi che per il passato.
E pensare che il Cristo dice: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia il regno di Dio” (Lc 9,60).

Di Lucio Russo
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