06/10/2014

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Siamo certi che chi segue il nostro lavoro e ricorda, sia quest’affermazione di Hegel: “Il sillogismo è la ragion d’essere di ogni verità; e la definizione dell’assoluto è ora questa: che l’assoluto è il sillogismo, o, esprimendo la definizione in una proposizione: ogni cosa è un sillogismo” (Enciclopedia delle scienze filosofiche – Laterza, Roma-Bari 1989, p. 174), sia il modo nel quale, in Coscienza naturale e coscienza spirituale (15 febbraio 2002) e in Del “moto pendolare vivente” (1 marzo 2003), l’abbiamo illustrata (se “X è A”, e se “A è X”, allora “A è A”), troverà di estremo interesse le seguenti parole di Steiner: “La scienza ufficiale di oggi [1921] ci parla di una certa logica. Il suo linguaggio logico riposa su rappresentazioni, giudizi e conclusioni. Rappresentiamoci un simile sillogismo. Questo esempio figura in tutti i manuali: “Tutti gli uomini sono mortali, Cesare è un uomo, dunque Cesare è mortale”. Questa è la conclusione. “Tutti gli uomini sono mortali”, è un giudizio; “Cesare è un uomo”, è un giudizio; “dunque Cesare è mortale”, è un giudizio. L’insieme è un sillogismo. L’uomo e Cesare sono dei concetti. Se interrogate oggi un uomo appartenente alla razza dei ”molto intelligenti” – costoro ci servono da riferimento perché sono quelli che danno il tono – egli ci dirà che tutto questo si svolge nel sistema nervoso. E’ questo sistema all’origine delle rappresentazioni, dei giudizi e delle conclusioni e ugualmente del sentimento e della volontà. Ma per quanto riguarda l’attività della rappresentazione, del giudizio e della conclusione, le cose non accadono come pretende la scienza ufficiale. Infatti solo la rappresentazione, in quanto tale, è una questione della testa. Quando emettete un giudizio, dovete sentire attraverso la mediazione del vostro corpo eterico a che cosa attenervi, perché non giudicate del tutto con la vostra testa. Non è con la testa che giudicate, ma con le gambe, le gambe del corpo eterico (…) I giudizi [ “X è A” e “A è X” ] non poggiano sulla testa, ma sulle gambe (…) E la conclusione riposa sulle braccia e sulle mani o, più generalmente, su ciò che distingue l’uomo dall’animale (…) Le braccia dell’uomo sono libere, perché egli sia un essere capace di concludere. E ciò che si compie allorché noi muoviamo le nostre gambe eteriche e le nostre braccia astrali, è una conclusione che si guarda nella testa sotto forma di rappresentazione [ “A è A” ]. Per realizzare un giudizio ed una conclusione abbiamo bisogno dell’uomo nella sua totalità e non solamente del suo sistema nervoso e sensoriale (*). Tenendo conto di questo potete dirvi che l’uomo trae il giudizio e la conclusione dal sistema delle membra. Là si tratta già di atti volitivi ed essi provengono da una regione molto meno definita dell’atto rappresentativo. Quando perveniamo a una conclusione, proviamo un poco la medesima cosa di quando ci risvegliamo al mattino: la estraiamo dall’intimità del nostro essere” (R.Steiner: L’uomo e il mondo – Tilopa, Roma 2014, pp. 104-105).
Si può aggiungere che il primo giudizio (quello che Steiner chiama “di percezione”: “X è A”) viene formulato (dall’Io), allo stato di sonno, nell’anima senziente (**), il secondo (“A è X”), allo stato di sogno, nell’anima razionale-affettiva e il terzo (“A è A”), allo stato di veglia, nell’anima cosciente.
(Ricorrendo a un esempio alquanto grossolano, si potrebbe dire che l’Io, mediante i sensi, “scatta una foto” all’oggetto [ne percepisce l’essenza], la “sviluppa” poi [giudicando] nell’anima [nella “camera oscura”] come immagine [conclusione], portandone infine alla luce il riflesso [nella testa] quale nitida rappresentazione.)

(*) Nel nostro Il pensare e i pensieri (10 Novembre 2013), abbiamo per questo affermato che il pensare ordinario non è tale perché “riflesso” o intrinsecamente privo di forza o di volontà, ma perché si muove, in quanto vincolato al tracciato neuro-sensoriale, in modo discreto o digitale.

(**) “La sensazione è in senso stretto il confluire di attività giudicante e brama all’interno della vita dell’anima” (R.Steiner: Antroposofia-Psicosofia-Pneumatosofia – Antroposofica, Milano 1991, p. 110).

Di Lucio Russo
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