05/05/2015

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Afferma Steiner (1920): “Se cerchiamo di comprendere più a fondo come si sia trasformata la vita spirituale nella seconda metà del secolo XVIII e nella prima metà del secolo XIX proprio nell’Europa centrale, dobbiamo ammettere che – nonostante che anche gli abitanti di tale area possedessero naturalmente dei corpi in fase di decadimento – in essa regnava comunque una grande vitalità. Una vitalità che la popolazione dell’Europa centrale era in grado di innalzare fino alla vitalità del mondo delle idee, a un livello mai raggiunto prima nell’evoluzione dell’umanità. Non esiste altrove un simile innalzarsi dell’uomo a concetti astratti, tale da far sì che quando si lavora con questi concetti astratti non si vive nella morte, ma nell’elemento vivente, come ad esempio vediamo nel goetheanismo o tra i filosofi dell’idealismo tedesco. Anche questo, in un certo modo, è un punto fondamentale, di cui dobbiamo veramente prendere coscienza (…) Ecco perché è terribilmente doloroso vedere oggi le persone in Europa centrale così addormentate, e, pur passeggiando, in un certo senso, tra le tombe di Lessing e Goethe, di Herder e Schelling, vederle guardare al proprio compito immerse in un sonno animico. In realtà, quello che potrebbe rimettere l’Europa in carreggiata sarebbe proprio il ricollegarsi a quanto questi personaggi hanno scritto e pensato, ma non in modo esteriore, bensì riallacciandosi allo spirito dal quale essi hanno preso l’ispirazione per i loro scritti. L’Europa non sarà in grado di risollevarsi se nelle sue chiese si continuerà a ripetere a pappagallo le parole mal comprese del Vangelo. L’Europa si potrà risollevare solo se si cercherà la conoscenza dei mondi spirituali proseguendo ciò cui hanno aspirato un Herder, un Goethe e altri. Ma in questo momento non si nota nulla del genere. E’ davvero un triste segno dei tempi che, per esempio, nella cultura di una comunità che può vantare opere come La destinazione dell’uomo di Fichte o Bruno di Schelling o, ancora, Lettere sull’educazione estetica di Schiller – e potrei menzionarne molte altre – che all’interno di questa comunità culturale possa noscere un’ammirazione nei confronti dell’americanismo ridicolo e superficiale di un Ralph Waldo Trine (*). Si ha in mano cose ben più elevate, ma le si lascia dormire e si cerca dell’altro” (R.Steiner: Contraddizioni nell’evoluzione dell’umanità. Occidente e Oriente – Materialismo e Misticismo – Conoscenza e Fede – Antroposofica, Milano 2015, pp. 33-34).
Sono passati 95 anni, siamo entrati nel XXI secolo, e non solo non si nota ancora “nulla del genere”, ma basta dare un’occhiata alle vetrine delle librerie o alle classifiche dei libri più venduti per rendersi conto (quasi con le lacrime agli occhi) di quanto il “segno dei tempi” si sia fatto ben più triste e doloroso.
Povera cultura, povera Europa.

(*) Il libro più noto di Ralph Waldo Trine (1866-1958) s’intitola: In armonia con l’infinito. Pienezza di Pace, Potere e Abbondanza (Macrolibrarsi, 2000).

Di Lucio Russo
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