04/11/2015

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Titola il Corriere.it (26 ottobre 2015): “Museion di Bolzano, l’addetta alle pulizie scambia l’opera d’arte per sporcizia. E la butta. Episodi simili accaduti altrove anche in passato” (*).
L’opera, realizzata dalle artiste Goldschmied & Chiari e intitolata: Dove andiamo a ballare questa sera? , consisteva in “bottiglie vuote di champagne, bicchieri, ghirlande e coriandoli” sparsi per terra.
Noi, che non ci siamo mai stancati di distinguere il sano intelletto (il sano realismo ingenuo) da quel morboso intellettualismo che genera il morboso estetismo, non possiamo che plaudire (convinti, come siamo, che il “bello” può discendere solo dal “vero”) a questa “eroina” e all’ingenuo (ma benedetto) realismo (**) che le ha impedito d’immaginare che stesse buttando nella spazzatura non della sporcizia, ma un’“opera d’arte” (***).

(*) Nel 1973, nel museo d’arte contemporanea di Leverkusen, due donne delle pulizie ripulirono da cerotti, grasso e garza una piccola vasca da bagno, opera del pittore e scultore tedesco Joseph Beuys; nel 1987, alla Biennale di Venezia, degli operai verniciarono di bianco una vecchia porta in legno, opera del pittore e scultore francese Marcel Duchamp.

(**) Il realismo ingenuo deve essere superato in quanto “ingenuo”, non in quanto “realismo”.

(***) Angelo Crespi: oggigiorno, “un’estetica del disgusto sembra aver preso il posto dell’estetica del gusto che ha dominato l’arte grosso modo dal 1750 al 1970” (A.Crespi: Ars attack. Il bluff del contemporaneo – Johan & Levi, Monza (MB) 2013, p. 53);
Karl Kraus: “Quando il sole della cultura è basso sull’orizzonte anche i nani proiettano lunghe ombre” (cit. J.Clair: L’inverno della cultura – Skira, Milano 2011, p. 10).

Di Lucio Russo
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