18/04/2017

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Abbiamo più volte ricordato che l’“individualismo etico” di cui parla La filosofia della libertà (*) può essere realizzato soltanto in virtù di un’evoluzione, in primo luogo noetica, dell’individualismo, giacché l’ego (non-etico) sta all’Io (etico) come il bruco sta alla farfalla (giacché l’ego, per dirla con Hegel, è “già, e non ancora” l’Io) (**).
Un’intera legione di moralisti, collettivisti e “non-cognitivisti etici” deplora l’attuale disfacimento morale, ma si guarda dal provare ad arginarlo, arrestarlo e superarlo mediante uno sviluppo qualitativo (verticale) del pensiero e della coscienza dell’Io (dell’autocoscienza) (***).
Non si avvede che limitarsi a deplorare l’immoralità equivale a deplorare che il bruco non voli, e che limitarsi a predicare la moralità equivale a esortare il bruco a volare: a comportarsi cioè da farfalla (in nome del “dover-essere”), e non a divenire farfalla (in nome del “voler-essere”) (****).
A tale legione, dedichiamo le seguenti parole di Fëdor Dostoevskij:
“Forse che nell’assenza di personalità sta la salvezza? Al contrario, al contrario, vi dico io: non soltanto non occorre esser privi di personalità, ma proprio una personalità bisogna diventare, e addirittura in un grado assai superiore a quello [dell’ego] che si è venuto a determinare in Occidente. Cercate di capirmi: il sacrificio di tutto se stesso a beneficio degli altri, il sacrificio volontario, assolutamente cosciente e non costretto in alcun modo, è a parer mio il segno della massima evoluzione della personalità, della sua massima potenza, del suo massimo autocontrollo, della massima libertà della propria volontà. Sacrificare volontariamente la propria vita per tutti, andare in nome di tutti sulla croce, sul rogo, lo si può fare solo laddove una personalità abbia raggiunto il più alto grado di sviluppo” (quello appunto dell’Io, inabitato dal Logos) (*****).

(*) Cfr. R.Steiner: La filosofia della libertà – Antroposofica, Milano 1966.
(**) “Non si tratta di risolvere la questione se la volontà umana sia libera o no, ma l’altra, ben diversa: “Qual è, nella vita dell’anima, la via che, dalla volontà non libera, legata alla natura esteriore, conduce alla volontà libera, cioè veramente morale?”. Per trovare una risposta a questa domanda, si doveva considerare il fatto che il divino-spirituale vive in ogni singola anima umana; da questa scaturisce la moralità; nel suo essere del tutto individuale, dunque, l’impulso morale deve prender vita […] La libertà vive nel pensiero dell’uomo; e non la volontà direttamente è libera, bensì il pensiero che dà forza alla volontà” (R.Steiner: La mia vita – Antroposofica, Milano 1992, pp. 254-255).
(***) “Se lasciamo che ancora per tre decenni [siamo nel 1919] si continui a insegnare come si fa ora nelle nostre università, che si continui a pensare sulle questioni sociali come si fa attualmente, avremo fra trent’anni un’Europa devastata […] Se non ci si trasformerà, se non si muterà pensiero, verrà il diluvio morale sopra l’Europa” (R.Steiner: La missione di Michele – Antroposofica, Milano 1981, p. 183).
(****) Cfr. Dell’ego-Caino, 18 aprile 2004.
(*****) F.Dostoevskij: Note invernali su impressioni estive – Feltrinelli, Milano 1993, p. 70. R.Steiner: “Solo il trovare l’io consente di sfuggire dalle catene dell’attaccamento all’io, dall’egoismo […] Chi cerca la sua salvezza nel fuggire l’io, soccombe all’egoismo; chi trova l’io si libera dall’egoismo perché l’egoismo rende l’io il proprio idolo. Trovare l’io è darlo al mondo. Chi cerca la sua salvezza nel fuggire il mondo, verrà rigettato dal mondo nella propria illusione; il suo orgoglioso delirio conoscitivo lo inganna e gli fa apparire come verità del mondo il futile gioco delle idee” (Enigmi dell’essere umano – Antroposofica, Milano 2006, p. 66).

Di Lucio Russo
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