Del Generare Dio

D

Abbiamo a suo tempo osservato che la realtà immaginativa (sensibile-sovrasensibile), per il fatto di mediare (etericamente) tra la realtà sensibile (fisica) e quella sovrasensibile (animico-spirituale), si presta a essere alterata, vuoi nella direzione del mondo sensibile (come fa ad esempio Freud, riducendo le vive immaginazioni a spente rappresentazioni) (1), vuoi nella direzione del mondo sovrasensibile; e abbiamo visto che Pavel Florenskij altera la realtà immaginativa (iconica o simbolica), ch’è al di qua della soglia (del mondo dell’essere), poiché le sovrappone di fatto quella concettuale, ch’è al di là della soglia (del mondo dell’esistere) (2). E abbiamo successivamente visto che Hegel altera la realtà concettuale, ch’è al di là della soglia, poiché le sovrappone di fatto quella immaginativa, ch’è al di qua della soglia (3).
Più semplice, invece, (giacché basato sulla convenzionale – per non dire “borghese” – separazione di scienza, arte e religione) è il modo in cui Massimo Cacciari misconosce, nel suo Generare Dio (4), la realtà immaginativa. Non la altera, infatti, in modo “mistico” (vivamente sentito) come Florenskij, non la altera in modo “logico” (astrattamente speculativo), come Hegel, bensì le tarpa le ali in modo “estetico” (intellettualmente suggestivo), privandola così, tanto della sua forza noetica e anagogica, quanto del suo ruolo di mediazione tra il mondo sensibile e quello sovrasensibile (“La vera arte – dice Steiner – da un lato può esistere solo accanto alla vera conoscenza, e dall’altro accanto a una vera vita religiosa dell’umanità”) (5).
L’affinità tra il suo sentire “estetico” e quello “mistico” di Florenskij (tipici entrambi dell’anima razionale-affettiva) sembra tuttavia indurlo a varcare il limbico orizzonte estetico e a far sua l’attribuzione di Florenskij alla Sophia della “moltiplicazione” della “forza creatrice del Logos”. Scrive infatti: la “Madre-Sophia” è “creata, è il primo essere fuori dalla relazione trinitaria, grande radice di tutta la creazione. L’energia creatrice appartiene al Logos, è una in Lui, ma Egli ne rende partecipi tutti gli essenti attraverso Sophia. Madre-Sophia moltiplica la forza creatrice del Logos, facendo che da essa tragga vita ogni essente” (6).
Ma le cose, dal punto di vista (solare) della scienza dello spirito, non stanno così. Non è la Sophia, bensì il Logos (l’“Io sono”) a “moltiplicarsi”, emanando i lògoi (gli “essenti”) nell’unità “sofianico-sobornica” (7) del mondo astrale, e sono i lògoi a manifestarsi poi nella sfera del tempo e della vita (nella sfera eterica).
(Steiner: “Il nostro io e il nostro corpo astrale non posseggono la vita, eppure esistono [sono]. Lo spirituale e l’animico non hanno bisogno della vita. La vita comincia con il corpo eterico” [8].)
Non a caso, nella logica hegeliana, in cui più lucidamente si riflette, seppure in modo astratto e incompiuto, la realtà e il divenire del mondo dello spirito (9), “l’energia creatrice” e “una” del Logos non è rappresentata dalla “vita”, ma dall’“essere” (“immediato indeterminato”): da un “essere” che rende appunto “partecipi” di sé tutti gli “essenti”, ossia tutti gli esseri determinati (tutte le essenze o le qualità) (10).
Ancora una considerazione.
Cacciari riporta queste due affermazioni di Angelo Silesio: “Devo essere Maria e da me far nascere Dio”; “Che mi Giova, Gabriele, il tuo salve a Maria, se non hai uguale messaggio per me?” (11).
Per riconoscere che queste affermazioni sono “belle” basta il senso “estetico”, ma quale senso occorre per riconoscere che sono anche, e in primo luogo, “vere” (che si riferiscono a delle realtà)?
(Goethe: “Come la natura in tanti volti / manifesta un solo Dio, / nel campo infinito dell’arte / si agita un solo senso dell’arte eterna; / questo è il senso della verità, / che si adorna solo con la bellezza, / e fissa senza timore / la chiarità più alta / del giorno più splendente” [12].)
Sta di fatto che solo l’antroposofia di Rudolf Steiner, ossia la conoscenza scientifico-spirituale dell’essere umano, fatto di corpo, anima e spirito, può permetterci una crescita interiore che consenta alle nostre anime, per riprendere le parole di Silesio, d’intendere i messaggi degli Arcangeli, il modo in cui si diventa Maria e il modo in cui si fa nascere da noi Dio (quale “Figlio dell’uomo”).

Note:

1) cfr. Freud, Jung, Steiner, 28 gennaio 2015;
2) cfr. Il troppo stroppia, 3 giugno 2015;
3) cfr. Della dialettica,14 ottobre 2015;
4) M.Cacciari: Generare Dio – il Mulino, Bologna 2017. Il libro è pubblicato nella collana “Icone – Pensare per immagini”;
5) R.Steiner: La missione universale dell’arte – Antroposofica, Milano 1999, p. 50;
6) M. Cacciari: op. cit., pp. 91-92;
7) “Con la parola “sobornostj” in russo si identifica una moltitudine di coscienze individuali che nella loro globalità costituiscono una più elevata totalità organica” (S. Prokofieff: La celeste Sofia e l’essere Antroposofia – Arcobaleno, Oriago di Mira [Ve] 1997, nota di p. 44);
8) R.Steiner: Sedi di misteri nel Medioevo. La festa di Pasqua – Antroposofica, Milano 1984, p. 21;
9) “Questa logica hegeliana è stata strappata, rapita alle potenze arimaniche e data all’umanità; è ciò di cui l’umanità ha bisogno, senza la quale non potrebbe progredire” (R.Steiner: L’elemento perenne della logica hegeliana ed il suo capovolgimento nel marxismo in GRAAL – Rivista di Scienza dello Spirito, marzo 1988, anno VI, n° 21, p. 29);
10) “Nell’essere determinato la determinazione è una con l’essere” (G.W.F.Hegel: Enciclopedia delle scienze filosofiche – Laterza, Roma-Bari 1989, p. 110). In origine, “il mondo nel quale l’uomo viveva era entità divino-spirituale [Logos]. A una tappa successiva dell’evoluzione non lo fu più. Il mondo divenne manifestazione cosmica [astrale] del divino-spirituale, mentre l’entità di questa aleggiava dietro la manifestazione. Nella manifestazione [nei lògoi], tuttavia, viveva e tramava l’entità” (R.Steiner: Massime antroposofiche – Antroposofica, Milano 1969, p. 85);
11) M.Cacciari: op. cit., p. 84;
12) J.W.Goethe: Gli anni di viaggio di Wilhelm Meister – Medusa, Milano 2005, p. 244.

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Di Lucio Russo
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