13/08/2004

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Quasi ogni giorno, ormai, veniamo informati dalla stampa dei contributi che le neuroscienze arrecano – come auspicato dalla Montalcini (vedi noterella del 22 luglio 2004) – al ristabilimento di “un sistema di valori che regoli il comportamento”.
Il Messaggero di oggi (13 agosto 2004), ad esempio, in un articolo titolato: Pigri o stakanovisti, colpa di un gene, ci dà notizia che è stato “svelato il segreto della maggiore o minore voglia di lavorare”. Un gruppo di ricerca del National Institute of Mental Health (NIMH) ha infatti scoperto che “sopprimendo l’effetto di un gene una scimmia pigra e svogliata diventa improvvisamente un’entusiasta del lavoro”.
In attesa di ristabilire un “sistema di valori che regoli il comportamento” umano, si sta dunque provvedendo a ristabilire quello delle scimmie.
Ma le scimmie – direte voi – hanno forse un “sistema di valori”, e quindi un’etica, che ne regola il comportamento? Sissignori, lo afferma Barry Richmond, coordinatore della ricerca: “La temporanea interruzione nel funzionamento di questo gene determina una significativa trasformazione dell’etica del lavoro nelle scimmie”.
Povere scimmie, povera scienza.

Di Lucio Russo
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