09/06/2014

0

Scrive R.W.Emerson: “Gli Arabi dicono che Abul Khain, il mistico, e Abu Ali Seena, il filosofo, conferirono insieme, e, separandosi, il filosofo disse: “Tutto ciò che egli vede, io lo so”; ed il mistico disse: “Tutto ciò che egli sa, io lo vedo” (R.W.Emerson: Uomini rappresentativi – Bocca, Torino 1929, p. 67).
Che cosa avrebbe detto, invece, uno scienziato dello spirito, e non quindi un semplice filosofo o un semplice mistico? Avrebbe detto: “Tutto ciò che io so, lo vedo, e tutto ciò che io vedo, lo so”.
Lo conferma il celebre scambio d’idee che Goethe ebbe con Schiller (allora kantiano), dopo aver entrambi partecipato a una seduta della Società scientifica di Jena: “Arrivammo a casa sua, la conversazione mi indusse ad entrare; lì esposi vivacemente la metamorfosi delle piante e con alcuni tratti sommari della penna feci nascere davanti ai suoi occhi una pianta simbolica. Egli ascoltava e guardava il tutto con grande interesse, deciso a comprenderlo; ma quando ebbi finito scosse la testa e disse: “Questa non è esperienza, questa è una idea”. Io ribattei con un certo malumore; giacché con quella frase era stato indicato nel modo più rigoroso il punto che ci divideva. Mi tornò in mente quella frase del suo lavoro sulla grazia e la dignità; il vecchio risentimento stava per prendermi; mi contenni e replicai: “In fondo sono contento di avere delle idee senza saperlo e di vederle addirittura con gli occhi” (J.W.Goethe: Un felice evento in Teoria della natura – Boringhieri, Torino 1968, p. 60).

Di Lucio Russo
Per qualsiasi informazione o commento, potete inviare una e-mail al seguente indirizzo: info@ospi.it



Nel campo sottostante è possibile inserire un nome o una parola. Cliccando sul pulsante cerca verranno visualizzati tutti gli articoli, noterelle o corrispondenze in cui quel nome o parola è presente