17/01/2016

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Tutti sanno che lo scorbuto, che affliggeva un tempo i marinai, non era un “castigo di Dio”, bensì effetto di una carenza di vitamina C (di acido ascorbico), mentre quasi nessuno sa, e nemmeno immagina, che il terrorismo islamico, che affligge oggi gli europei e gli occidentali, non è un “castigo di Dio”, bensì effetto di una carenza di vera vita spirituale, e che tale carenza è conseguenza del fatto che l’odierno pensiero europeo e occidentale, avendo ignorato l’insegnamento di Steiner, non ha superato il suo non-essere (essere-astratto) e si è smarrito nell’autoreferenzialità intellettualistica e vaniloquente.
Il Corriere della Sera, a firma di Paolo Romano, dà la seguente notizia: “Il Daesh ha recentemente messo mano ai programmi scolastici del territorio controllato e, dopo aver cancellato materie ritenute “pericolose” come la filosofia e la matematica, anche per il grado di astrattezza speculativa, ha introdotto nelle aule l’insegnamento dei principi della sharia e della Jihad, secondo quanto riportato da un maestro siriano all’agenzia di stampa indipendente Ara News” (corriere.it, 10 gennaio 2016).
Ebbene, non è significativo che gli europei e gli occidentali che si ostinano a ignorare la scienza dello spirito, ossia la sola scienza che, mediante il volere nel pensare, potrebbe condurli in modo libero e lucido al di là dell’astrazione, e per ciò stesso al di là della retorica umanistica e del materialismo scientifico, si vedano minacciati da quanti vorrebbero viceversa costringerli, mediante il pensare nel volere, ossia mediante il dogma e la forza (“Tre insegnanti uccisi e altri 30 arrestati a Mosul”), a tornarne al di qua? Non è significativo, cioè, che quanti si rifiutano di progredire liberamente dall’ego all’Io o al Sé spirituale (dall’egoismo all’“individualismo etico”) (*) corrano il rischio di dover regredire coattivamente dall’ego all’anima di gruppo? Non è questo (parafrasando Samuel Huntington) uno “scontro d’inciviltà”: ovvero, lo scontro, come abbiamo più volte affermato, tra una modernità priva di spiritualità e una spiritualità priva di modernità?

P.S.
Utilizzando la nota formula hegeliana, si potrebbe dire: l’ego è già e non ancora l’Io o il Sé spirituale (**). Scrive Scaligero: “L’uomo deve imparare a non opporsi al Logos. La sua debolezza vera è la forza con cui afferma se stesso nella vita quotidiana: l’ego […] Ma non deve eliminare l’ego: deve semplicemente trasformarlo: la sua arte è riconoscere la propria forza come debolezza e la propria debolezza come il principio della vera forza” (corsivo nostro) (***).

(*) R.Steiner: La filosofia della libertà – Antroposofica, Milano 1966, p. 135.
(**) Cfr. Propedeutica meditativa, 24 dicembre 2015.
(***) M.Scaligero: Iside-Sophia la dea ignota – Mediterranee, Roma 1980, p. 17.

Di Lucio Russo
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