In un articolo titolato: Dio non basta, è ora di super religione, Marco Ventura afferma che “la superpotenza divina adora giocare a nascondino. Non si fa trovare e poi schizza fuori. Si solidifica, appare, e poi si dissolve, torna gassosa. In entrambe le modalità, visibile e invisibile, la super religione decide e realizza. Da un lato, il super Dio visibile dei culti tradizionali stende il suo potere sul globo. Il patriarca di Mosca benedice i missili di Putin, un ayatollah suggella il patto sul nucleare iraniano, monaci arancioni sfidano il governo per le strade di Rangoon, in Birmania. Appartengono al look del nostro tempo crocifissi, burqa, barbe, kippah, coltelli rituali. Dall’altro lato il super Dio invisibile è ancora più potente. Egli scorre nelle vene del nuovo mondo e assorbe, sacralizzandola, la forza dei suoi motori: finanza, media, pubblicità, digitale, bio e nano tecnologie […] Sempre in movimento, il Dio visibile e il Dio invisibile non danno punti fermi. Ogni conquista, con loro, è provvisoria. Chi tenta la via di una fede autentica rischia di trovarsi sul palco a recitare” (Corriere Della Sera/La Lettura, 17 gennaio 2016).
Siamo d’accordo. Sarebbe bene aggiungere, però, che per l’uomo moderno (per l’uomo della scienza e dell’autocoscienza che non voglia “trovarsi sul palco a recitare”), una “fede autentica” può scaturire solo da una conoscenza autentica, e quindi da un pensiero autentico.
(Scrive Scaligero: “Non v’è bisogno di credere al Divino: è sufficiente realizzare il concetto puro, l’idea pura, superando il meccanismo dialettico del pensiero riflesso, per realizzare la trascendenza del pensiero. E questa da sé si rivela come il Divino fluente nell’anima e parimenti nel mondo, negli esseri, nelle cose: come il fondamento”.) (*)
Ventura sembra ignorare che chi “tenta la via” della scienza dello spirito di Rudolf Steiner presto comprende che il “Dio visibile dei culti tradizionali” è rappresentato da uno dei due ladroni crocifissi ai lati del Cristo-Gesù (Lucifero), che il “Dio invisibile” che “scorre nelle vene del nuovo mondo” è rappresentato dall’altro (Arimane), e che la “super religione” è costituita da un’Entità (asurica) ancora più potente (in quanto gerarchicamente superiore), che, operando mediante l’uno e l’altro, “decide e realizza” (a tutto danno, s’intende, dell’umanità).
E’ questo un ulteriore esempio del fatto che le “forze ostacolatrici” di cui parla Steiner sono presenti e operanti nella realtà, mentre le loro “forme” (i loro pensieri o concetti) non sono ancora presenti e operanti nella coscienza degli uomini (dice Mefistofele, nel Faust [e lui, sì, che se ne intende!]: “La gente non si accorge mai di aver da fare col diavolo, neppur quand’esso la tiene per il colletto”).
(*) M.Scaligero: Iside Sophia la dea ignota – Mediterranee, Roma 1980, p. 95.