Prendiamo due scienziati: uno della natura, ad esempio Galileo Galilei; l’altro dello spirito, ad esempio Rudolf Steiner.
Il primo vuole conoscere la natura. Il secondo vuole conoscere il conoscere che conosce la natura: non vuole però escogitare una qualche astratta (filosofica) “teoria della conoscenza”, bensì osservare e pensare il modo in cui operano il pensare, il sentire e il volere di Galilei.
Quest’ultimo osserva e pensa dunque un fenomeno naturale, mentre Steiner osserva e pensa un fenomeno animico. Il fenomeno è costituito, per lui, dall’attività conoscitiva di Galilei.
Ecco illustrato, nel modo più semplice, il secondo sottotitolo della Filosofia della libertà (non tenuto generalmente in gran conto): Risultati di osservazione animica secondo il metodo delle scienze naturali:
1) “osservazione animica”, in quanto viene osservato e pensato non il modo di agire della natura, ma quello dell’anima di chi l’osserva e pensa in modo scientifico;
2) “secondo il metodo delle scienze naturali”, in quanto il metodo, l’osservare e pensare, non muta, come tale, al mutare del fenomeno osservato e pensato.
Muta, invece, la qualità dell’osservazione e del pensiero (il grado di coscienza dell’osservatore e pensatore), giacché muta la qualità del fenomeno, non più naturale (sensibile), bensì animico-spirituale (sovrasensibile).
Non muta, insomma, l’osservare e pensare, ma il modo in cui si osserva e pensa.
Questo modo deve essere individualmente, liberamente e pazientemente educato e sviluppato (recita il sottotitolo dell’Iniziazione: Come si conseguono conoscenze dei mondi superiori? ).
04/06/2018
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