La “terza via”

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Scrive Romeo Bassoli, su Il Messaggero: “E alla fine, anche in Italia è arrivata, da ieri, la “Settimana antievoluzionistica”, la prima manifestazione contro l’insegnamento della teoria di Darwin nelle scuole. E la sua presenza nei libri di testo. L’iniziativa è stata presa a Milano da Alleanza Studentesca e da alcuni esponenti di Alleanza Nazionale (…) A presentare l’idea, un ex parlamentare di An, Pietro Cerullo (…) “La teoria di Darwin è funzionale all’egemonia della sinistra – ha detto Cerullo ai giornalisti presentando il programma -. E’ nata quando in Europa dominava la cultura del positivismo che è l’anticamera del marxismo (…) L’idea è venuta a un gruppo di studenti di Alleanza Studentesca (…) Probabilmente hanno letto la Catastrofe del darwinismo di Blondel (…) Questi giovani cattolici vogliono sottolineare come presentare il darwinismo come una verità assoluta porti poi a considerare la scienza come una verità assoluta ed a una visione del mondo totalmente meccanicistica. Mentre così non è” (1).
Che cosa propongono questi giovani in alternativa al darwinismo? Il creazionismo: cioè a dire, una teoria che – come spiega lo stesso Bassoli – “si basa sulla credenza assoluta nell’interpretazione letterale del racconto biblico delle origini (secondo cui il mondo sarebbe stato creato da Dio così com’è in sei giorni, circa seimila anni fa); e, di conseguenza, nega tutti i modelli scientifici di evoluzione, sia per l’Universo, sia per gli esseri viventi e l’uomo”.
Orbene, uno scontro del genere è quantomai significativo. Da una parte, abbiamo infatti coloro che, per affermare l’evoluzionismo, credono di dover affermare il materialismo; dall’altra, abbiamo invece coloro che, per affermare lo spiritualismo, credono di dover affermare il creazionismo. I primi sono dunque convinti che, per essere moderni, si debba essere materialisti, mentre i secondi sono convinti che, per essere spiritualisti, si debba essere non-moderni, se non addirittura anti-moderni. Come si vede, sfugge a entrambi che possa darsi una coscienza moderna dello spirito, e quindi un evoluzionismo molto diverso da quello materialistico.
Dice Cerullo che i “giovani cattolici” che hanno preso questa iniziativa “probabilmente hanno letto la Catastrofe del darwinismo di Blondel”. A nostro parere, avrebbero fatto meglio però a leggere Steiner e, in particolare, Le opere scientifiche di Goethe (2) e Scienza naturale ed antroposofia (3).
La seconda di queste due opere, ad esempio, contiene un saggio, intitolato: Heckel, gli “Enigmi dell’Universo” e la scienza dello spirito, in cui Steiner fa le seguenti affermazioni: “ Come il metodo d’indagine della scienza naturale studiando l’organizzazione fisico-corporea risale fino alle epoche più remote, così lo fa il pensiero scientifico-spirituale per l’anima e per lo spirito. Così facendo, esso non viene affatto in conflitto con i dati di fatto noti alla scienza; è solamente con l’interpretazione materialistica di questi fatti ch’esso non può aver nulla a che fare (…) Per ciò che riguarda il lato fisico-sensibile, anche la scienza dello spirito riconosce la parentela dell’uomo coi mammiferi superiori, cioè con le scimmie antropomorfe. Ma non può essere questione di una discendenza dell’uomo attuale da un essere pari, per valore animico, alla scimmia attuale (…) La scienza naturale materialistica (…) deve ammettere una parentela fra la scimmia e l’uomo; ma da ciò non dovrebbe dedurre che l’uomo derivi da un animale pari alle scimmie, ma dovrebbe piuttosto ammettere un progenitore comune, dal quale la scimmia deriva per degenerazione, l’uomo per evoluzione ulteriore. Ora, che cos’è che, da un lato, ha fatto evolvere quell’essere primitivo, quel progenitore comune, fino all’uomo, e dall’altro lo ha fatto degenerare fino alla scimmia? La scienza dello spirito risponde: l’anima umana stessa. Quest’anima umana esisteva già all’epoca in cui, sulla terra fisicamente visibile, si aggiravano, come i più elevati tra gli esseri sensibili, quegli antenati comuni dell’uomo e della scimmia. Fra questi antenati, i migliori furono in grado di assoggettarsi al processo di evoluzione superiore dell’anima, i peggiori non ne furono in grado. Così l’anima umana d’oggi ha un progenitore animico, come il corpo ha un progenitore corporeo (4).
Certo, questi non sono che accenni all’evoluzionismo (fisico, animico e spirituale) insegnato dalla scienza dello spirito ed elaborato, da Steiner, in quasi tutta la sua opera. Possono però bastare a comprendere che, al di là dell’evoluzionismo materialistico (arimanico) e del creazionismo spiritualistico (luciferico), c’ è una “terza via”.
Una “terza via” che sarebbe peraltro urgente intraprendere, poiché lo scontro tra le forze arimaniche, prevalenti nel mondo occidentale, e quelle luciferiche, prevalenti nel mondo orientale, sta oggi assumendo un carattere sempre più inquietante e drammatico. Emblematico, da questo punto di vista, appare il conflitto tra i seguaci dell’Antico Testamento e quelli del Corano.
Al riguardo, nella nota intitolata: “C’è un Dio per l’io” (5), abbiamo scritto: “Una cosa è battersi in nome dello spirito, altra l’essere coscienti della natura dello spirito per cui ci si batte. E la differenza tra la prima e la seconda situazione dipende in toto dal tipo di rapporto che l’io ha con il proprio “ideale” o con il proprio Dio”.
Ebbene, che tipo di rapporto ha l’io dei seguaci dell’Antico Testamento con Jahvèh o l’io dei seguaci del Corano con Allah? Un tipo di rapporto trascendente. Questo significa che entrambi possono entrare in rapporto con il loro Dio mediante la volontà, ma non mediante il pensiero: ovvero, che possono obbedire al loro Dio, ma non conoscerLo. Per poter obbedire, devono tuttavia conoscere la Sua volontà. Volontà che è “Legge” (Torah o Shari’a), e che Dio stesso ha provveduto a far conoscere grazie alla Sua “rivelazione” (a Mosè e a Maometto). Si tenga altresì presente che il conflitto tra ebrei e musulmani non è, dal punto di vista spirituale, che un conflitto fratricida tra i figli di Abramo: vale a dire, tra i discendenti di Isacco (figlio di Sara) e quelli di Ismaele (figlio di Agar).
Oggi, le forze spirituali che generano e alimentano tale tragico e annoso conflitto stanno però minacciando di coinvolgere e stravolgere quasi tutto il resto del mondo.
All’indomani delle manifestazioni pacifiste (svoltesi appunto in quasi tutto il mondo) Claudio Risè ha affermato che “l’America prega e l’Europa sfila”, avendo di fatto proclamato uno “sciopero delle coscienze”. “Uno sciopero – ha specificato – in cui l’Europa eccelle da tempo, perché a differenza dell’America, non ha più fede” (6).
Anche Bin Laden, tuttavia, ha fede e prega. E prega un Dio che vorrebbe lo aiutasse a vincere l’America, così come l’America prega un Dio che vorrebbe l’aiutasse a vincere Bin Laden (e, ovviamente, il terrorismo). Per quale ragione, l’Europa non dovrebbe allora pregare un Dio diverso e in grado di armonizzare le ragioni degli uni e degli altri? Ovvero, un Dio non “Uno”, bensì “Uno e Trino”, e con il quale sia perciò possibile entrare in rapporto, non solo col volere (il Padre) e col sentire (il Figlio), ma anche col pensare (lo Spirito Santo)? E che, proprio in quanto raggiungibile dal pensare (dalla coscienza), sia garante, a un tempo, della verità e della libertà? Non solo il Cristo, rivolto alla Samaritana, dice infatti: “ Credimi, donna; è venuto il tempo in cui, né su questo monte, né in Gerusalemme, adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete; noi adoriamo quello che conosciamo“ (Gv 4,21), ma, rivolto ai Giudei, dice pure: “Se persevererete nei miei insegnamenti, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31).
“Se impariamo a conoscere giustamente ciò che noi pensiamo, – afferma in proposito Steiner – impariamo anche a conoscere come noi siamo pensati dalle potenze del cosmo. Sì, acquistiamo perfino la possibilità di spingere uno sguardo fin nella logica delle gerarchie” (7).
Il conflitto tra il materialismo moderno (che subordina la verità alla libertà dell’io) e lo spiritualismo pre-moderno (che subordina la libertà alla verità del non-io o, freudianamente, del Super-io) non è quindi solo culturale, come quello tra il darwinismo e il creazionismo, ma anche politico ed economico, e mette a confronto le democrazie rappresentative (espressione – come si usa dire – delle “società capitalistico-borghesi”) con le autocrazie o teocrazie (medio-orientali). Ciò vuol dire dunque che l’Europa, se non vuole limitarsi a “sfilare”, a proclamare lo “sciopero delle coscienze” o, peggio ancora, a dividersi, parteggiando per l’uno o l’altro dei due contendenti (e quindi, inconsapevolmente, per l’una o l’altra delle loro Divinità), dovrebbe impegnarsi seriamente a intraprendere una “terza via”: ad esempio quella, sul piano della vita sociale, dell’”antropocrazia” legata all’idea della “triarticolazione dell’organismo sociale” proposta da Steiner (e della quale abbiamo parlato più volte in queste note).
Fatto si è che l’Europa si crede e si professa (pur se sempre meno) “cristiana”, ma in realtà non lo è. E non lo è perché pronuncia, sì, il nome del Cristo, ma non sa pensare fino in fondo, traendone tutte le conseguenze, la realtà di un Dio che non solo dice di sé: “prima che Abramo fosse, io sono” (Gv 8,58), ma che, col farsi “carne” o “uomo”, ha superato la contrapposizione tra la moderna immanenza (collegata laicamente alla libertà) e l’antica trascendenza (collegata religiosamente alla verità). Non è ancora dunque quello del Cristo lo spirito (“quantitativo”) che anima, o meglio “dis-anima”, le moderne democrazie europee e occidentali. E nella medesima misura in cui queste rifiutano irresponsabilmente di andare incontro al Figlio, e per ciò stesso di rinnovarsi e trasformarsi, evocano e scatenano inconsciamente spettri tenebrosi e distruttivi (in una parola, nichilistici).
Ieri, questi “demòni” (per dirla con Dostoevskij) si chiamavano “comunismo”, “fascismo” e “nazismo”, oggi si chiamano “terrorismo”.

Note:

01) Il Messaggero, 18 febbraio 2003;
02) R.Steiner: Le opere scientifiche di Goethe – Melita, Genova 1988;
03) R.Steiner: Scienza naturale ed antroposofia – Libri del Graal, Roma 1990;
04) ibid., pp. 120,121,122;
05) C’è un Dio per l’io?, 7 giugno 2002;
06) Il Giornale, 17 febbraio 2003;
07) R.Steiner: Il pensiero cosmico – Basaia, Roma 1985, p.95.

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Di Francesco Giorgi
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