Togliete la pietra (Gv 11,39)

T

Apprendiamo dalla stampa che “Elon Musk, vulcanico sudafricano naturalizzato statunitense e già cofondatore di PayPal e della no profit Al […] vuole i cyborg. O almeno, qualcosa del genere: potenziare un umano con elementi artificiali, alimentati dalle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Secondo le indiscrezioni del Wall Street Journal i lavori sarebbero già iniziati sotto la sigla Neuralink. Quella di una nuova azienda che avrà appunto l’obiettivo di arricchire il cervello umano di ingredienti sintetici come i cosiddetti “lacci neurali”. Si tratta ovviamente di un’impresa su cui aleggia ancora il massimo grado di mistero, senza alcuna presenza pubblica, ma i fronti e i percorsi sembrano infiniti: dal potenziamento della memoria al dialogo con i dispositivi esterni fino all’incremento delle possibilità di calcolo” (1).
In verità, il “massimo grado di mistero” aleggia sul “perché” si voglia artificialmente “arricchire” il cervello, “potenziare” la memoria e “incrementare” le possibilità di calcolo, quando è più che sufficiente, per pensare, ricordare e calcolare, l’umano e sano intelletto (“Non a torto – dice Hegel – si equiparò questo pensare al calcolare, e viceversa il calcolare a questo pensare”) (2).
(Una sorta di “mania di quantificazione” spinge l’intellettualità a misurare non solo ogni cosa, ma anche se stessa: ne è prova il cosiddetto “quoziente intellettivo” [QI].)
E’ lecito pertanto il sospetto che si stia cercando, nell’impossibilità di umanizzare i robot (così che, magari, dormano anche e sognino), di robotizzare gli umani, al fine non di permettere le cose che si dicono, bensì di impedirne altre che non si dicono (né probabilmente si sanno).
Riflettiamo.
Spiega Steiner che i pensieri, allorché vengono riflessi dal corpo fisico (dal cervello), “perdono la loro vitalità. Diventano morti; sono formazioni spiritualmente morte”, e che l’uomo si sente di conseguenza “separato dal mondo spirituale. Si sente completamente trasferito nel mondo fisico. Ma con ciò egli è posto nella sfera della spiritualità arimanica” (3).
Qual è questa sfera? E’ quella della fredda intelligenza impersonale, dell’asettica logica della quantità e del calcolo, indipendente, per un verso, dalla calda soggettività luciferica (“la matematica non è un’opinione”), ma incapace, per l’altro, in quanto volitivamente e moralmente impotente, di affrancarla dall’ordinario narcisismo del sentire e dall’ordinario egoismo del volere (4).
Arimane, spiega Steiner, “si è appropriato dell’intellettualità in un’epoca in cui non poteva ancora interiorizzarla in sé. Nel suo essere essa rimaneva una forza che nulla aveva a che fare col cuore e con l’anima. L’intellettualità emana da Arimane come un cosmico impulso gelido, senz’anima. E gli uomini che vengono presi da quell’impulso sviluppano una logica che sembra parlare di per sé stessa, senza pietà e senza amore (in realtà è Arimane che parla per suo mezzo), una logica in cui non si mostra per nulla il giusto e intimo collegamento dell’anima e del cuore con ciò che l’uomo pensa, dice e fa” (5).
Per poter portare avanti la propria evoluzione animico-spirituale, l’uomo sta oggi estromettendo da sé e intromettendo nel computer (il “calcolatore”) l’intelligenza non interiorizzata da Arimane; delegandone la gestione al computer, si sgrava, in tutto o in parte, dell’intellettualità che nulla ha “a che fare col cuore e con l’anima” (un “limbo” dal quale si può tanto salire al “paradiso” quanto scendere all’“inferno”) (6). Dovrebbe rendersene però consapevole, e non restarne, come ora, pericolosamente ignaro (avverte Steiner [1924]: “E’ passata l’epoca in cui all’uomo è consentito di svolgere la propria esistenza inconsciamente entro la pericolosa sfera di Arimane”) (7).
(“Se io fossi re e non lo sapessi, – recita l’adagio – sarebbe come se non lo fossi”. Ci permettiamo di aggiungere: “non solo, ma crederei re qualcun altro”; magari, nel caso specifico, l’intelligenza artificiale o il computer.)
Chi conosce la scienza dello spirito sa che l’uomo ha attraversato un’evoluzione pre-corticale (dell’anima senziente e dell’anima razionale-affettiva), che sta attraversando un’evoluzione corticale (dell’anima cosciente), e che dovrà attraversarne una post-corticale (immaginativa, ispirata e intuitiva); sa, inoltre, che si può fare il primo passo sulla via che va dall’evoluzione corticale a quella post-corticale (redimendo la soggettività) soltanto facendo proprio l’impulso dell’Arcangelo Michele. Michele, scrive infatti Steiner, “libera i pensieri dal dominio della testa; apre loro le vie del cuore; proscioglie dall’anima l’entusiasmo, in modo che l’uomo possa dedicare la propria anima a ciò che può venir sperimentato nella luce del pensiero. L’epoca di Michele è sorta. I cuori cominciano ad avere dei pensieri; l’entusiasmo non fluisce più soltanto da oscurità mistiche, bensì da chiarezza d’anima sostenuta dal pensiero” (8).
Grazie al Cristo, che lo ha raggiunto, facendosi “carne”, nella sfera della morte, l’uomo può dunque risorgere (“In verità, in verità vi dico: viene l’ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l’avranno ascoltata vivranno” – Gv 5,25).
“L’umanità – scrive ancora Steiner – ha una doppia possibilità che è la garanzia della sua libertà: di rivolgersi al Cristo, ora coscientemente, con l’atteggiamento che essa ebbe inconsciamente nella discesa dalla veggenza dell’esistenza spirituale soprasensibile, fino all’uso dell’intelligenza; oppure di voler sentire se stessa nella separazione da quell’esistenza spirituale, abbandonandosi con ciò all’orientamento preso dalle potenze arimaniche” (9).
Non ci si faccia dunque illusioni: ci si può sottrarre “all’orientamento preso dalle potenze arimaniche” solo se ci si rende conto di ciò che sta realmente accadendo (10), se si presta ascolto all’appello di Michele, e se si evita di vincolarsi ancor più a tali potenze, modificando artificialmente e unilateralmente l’intelletto.
(Diciamo “unilateralmente” perché le modifiche in programma non riguardano tutto il cervello, bensì la sola corteccia: ovvero, una parte di una parte del corpo umano. Non è da escludere che ciò dipenda dal fatto che a modificare e alterare il restante organismo stanno provvedendo già altri.)
Dice il Cristo-Gesù: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).
E che cosa fanno, oggi, quanti “non sanno”? Nell’intento (prevalentemente inconscio) di ostacolare o impedire la resurrezione dell’uomo, aggiungono, all’azione culturale (materialistica o spiritualistica) esercitata finora sull’anima (11), un’azione materiale esercitata, in modo ancor più sacrilego, sul corpo (12).
E’ come se, per ostacolare o impedire la resurrezione di Lazzaro (l’uomo del sano intelletto), non solo non si fosse tolta, come chiesto dal Cristo-Gesù, la “pietra”, ma la si fosse addirittura saldata alle pareti della grotta in cui giaceva il cadavere.

Note:

01) repubblica.it, 8 marzo 2017;
02) G.W.F.Hegel: Scienza della logica – Laterza, Roma-Bari 1974, vol. I, p. 34;
03) R.Steiner: Massime antroposofiche – Antroposofica, Milano 1969, p. 76;
04) F.Dostoevskij: “L’intelletto dell’uomo, una volta trascinato nel campo della conoscenza, agisce indipendentemente dal sentimento, e di conseguenza dal cuore” (Lettere sulla creatività – Feltrinelli, Milano 2006, p. 25); G.W.F.Hegel: “L’illuminamento dell’intelletto rende sì più avveduti, ma non migliori” (Scritti giovanili – Orthotes, Napoli-Salerno 2015, p. 130);
05) R.Steiner: op.cit., p. 102;
06) si tenga presente che, nel corso dell’evoluzione, l’uomo (il “primogenito” di Herbert Fritsche) ha già pian piano estromesso dal proprio essere gli attuali animali, vegetali e minerali;
07) R.Steiner: op. cit., p. 78;
08) ibid., pp. 57-58;
09) ibid., pp. 77-78;
10) alla domanda di un giornalista: “Quanto manca alla scoperta dell’anima?”, Rita Levi Montalcini così risponde: “Parlare di date è difficile. Tuttavia il progresso è così rapido, grazie anche all’enorme sviluppo dell’informatica, e così esteso che non dovrebbe tardare. Capiremo che cosa sono l’autocoscienza, la conoscenza, la creatività umana”. E’ questo un illustre esempio di quanto poco ci si renda conto di ciò che sta realmente accadendo (cfr. Il cervello, la mente e l’anima, 12 dicembre 2001);
11) F.Dostoevskij: “Mi sembra che questo nostro mondo sia un purgatorio di spiriti celesti ottenebrati da un pensiero peccaminoso” (op. cit., p. 23);
12) J.W.Goethe: “Nulla è più terribile che vedere agire l’ignoranza” (Massime e riflessioni – Theoria, Roma 1988, p. 132).

Scarica PDF

Di Lucio Russo
Per qualsiasi informazione o commento, potete inviare una e-mail al seguente indirizzo: info@ospi.it



Nel campo sottostante è possibile inserire un nome o una parola. Cliccando sul pulsante cerca verranno visualizzati tutti gli articoli, noterelle o corrispondenze in cui quel nome o parola è presente